
Il rapporto tra gli Stati Uniti d’America e TikTok non si può proprio definire sereno e lineare, anche perché il social è al centro di una delle vicende politiche e tecnologiche più controverse degli ultimi anni. Solo negli USA la piattaforma conta 170 milioni di utenti, ma continua a vivere sotto la minaccia di un divieto legato alla sua proprietà cinese.
In mezzo a questa situazione così complicata, però, la Casa Bianca ha scelto una strada sorprendente: aprire un proprio account ufficiale sull’app, puntando a comunicare direttamente attraverso il social con quei milioni di americani appena citati. Una decisione quantomeno inaspettata, per usare un eufemismo. Ma come siamo arrivati a questo punto?
Partiamo dai fatti. La legge sul sale-or-ban, firmata dall’ex presidente Joe Biden, obbliga ByteDance a cedere TikTok a investitori statunitensi o ad affrontare un blocco totale. L’entrata in vigore è stata rinviata più volte da Donald Trump, che ha firmato tre proroghe consecutive. L’ultima estensione fissa la scadenza al 17 settembre 2025.
TikTok è rimasto offline per un solo giorno a gennaio, quando la norma è entrata in vigore. Subito dopo, Trump ha sospeso l’applicazione del divieto per 75 giorni, segnando uno dei primi atti del suo secondo mandato. Ulteriori rinvii sono arrivati ad aprile e a giugno, tra trattative commerciali con Pechino e discussioni sulla sicurezza nazionale.
Al centro delle preoccupazioni ci sono i dati degli utenti americani. Le agenzie di intelligence temono che le leggi cinesi permettano al governo di Pechino di esercitare pressioni su ByteDance e accedere a informazioni sensibili. Nonostante ciò, per il momento la piattaforma resta accessibile e continua a crescere in popolarità.
Il rapporto di Donald Trump con TikTok è sempre stato ambivalente. Già nel 2020 aveva tentato di bandirla, ma durante la campagna elettorale del 2024 la piattaforma si è trasformata in un alleato strategico. Con l’account ufficiale @TeamTrump, il suo team ha totalizzato circa 2,8 miliardi di visualizzazioni, superando i 2,2 miliardi dell’ex vicepresidente Kamala Harris.
Un operatore digitale repubblicano ha spiegato che la forza di Trump sta nella sua capacità di creare contenuti virali, sfruttando la natura di TikTok come app di intrattenimento. D’altronde, il presidente è un’ex star televisiva e ha saputo tradurre tanti momenti mediatici in clip efficaci, raggiungendo un pubblico giovane spesso distante dai canali tradizionali.
Proprio tale strategia sembra aver consolidato l’idea che, più che un rischio, TikTok rappresenti per Trump un mezzo di comunicazione perfetto per il suo pubblico. Non a caso lo stesso presidente ha scritto: “Perché dovrei voler eliminare TikTok?“, rivendicando i numeri ottenuti dalla sua campagna sulla piattaforma.
Tenendo fermi questi punti, appare più comprensibile il motivo per cui la Casa Bianca abbia lanciato l’account @WhiteHouse, primo profilo governativo ufficiale su TikTok. Il video inaugurale pubblicato nella serata del 19 agosto 2025 mostra Trump che dichiara: “I am your voice“, accompagnato dalla didascalia “America we are BACK! What’s up TikTok?“. In poche ore l’account ha superato i 100.000 follower.
La portavoce Karoline Leavitt ha sottolineato come il presidente voglia “comunicare in un modo che nessun’altra amministrazione ha mai fatto prima”, replicando i successi già ottenuti in campagna elettorale. L’obiettivo dichiarato è diffondere i messaggi dell’amministrazione a un pubblico il più ampio possibile, sfruttando la centralità che TikTok ha nella vita digitale degli americani.
Sono quindi scomparsi i timori sulla sicurezza nazionale? Forse no, ma quel tipo di discorso per adesso sembra essere stato messo da parte. Per Trump e la sua amministrazione, al momento è più importante usare la piattaforma come strumento politico e mediatico. Con milioni di utenti negli Stati Uniti, TikTok diventa ora anche un canale istituzionale della presidenza, e non è una cosa da poco.
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